
Quando già dalla campitura delle prime composizioni emerge, facendosi presenza, l’Anima del poeta, dapprima in punta di pennello o con la leggerezza d’un passo di danza, poi via via con tocco deciso, con spatolate di densa cromaticità, non si può che salutare il poeta Myriam De Luca con l’abbraccio sororale della famiglia della parola in versi. Un sincronico sentire corporale e linguistico perché, sappiamo bene, quanto certe immagini che sono espressione consapevole della resina d’anima, siano al di là del tempo lineare e tutto sembra, lo è, un unico battito e respiro istantaneo.
La lettura del volume “L’invisibile nutrimento” rende tangibile il volto interiore di Myriam De Luca, prorompente di sensibilità e pensiero immaginifico. Una scrittura versificatoria limpida e fluente senza gorgoglii intellettualistici, profonda nel dettato e nella resa espressiva. Una profondità che scaturisce dalla comunanza simpatetica con la natura tutta cosicché gli abissi insiti nelle creature si fanno ordito di quanto è manifesto. Un poeta ha cuore intuitivo e pertanto sa leggere quest’impalpabile substrato. La centralità cordiale, pertanto, è sia motore di consapevolezza che metro di misura nella interrelazione con la realtà esteriore. “E’ tutto dentro di me”, leggiamo a pag.22, e il tutto si lascia intravvedere dalle fessure da cui ogni cosa è emanatrice di luci ed ombre, di vita con i binomi propri dell’esserci. [CONTINUA]…
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Una recensione, questa della scrittrice Ester Monachino, che ben dispiega la poesia di Myriam De Luca. Complimenti a entrambe.
Giovanna Fileccia
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