Ci sono emozioni che attraversano il tempo senza mai affievolirsi, senza perdere smalto.
Sono fissate in noi, in una memoria del cuore che ci fonda come specie, oltre che come singoli individui. Che fa parte della nostra coscienza. È quella foscoliana e celeste “corrispondenza di amorosi sensi”, che permette al ricordo di restituire la vita.
Con questo spirito è stata organizzata, pur se in un momento tanto difficile per la comunicazione e la condivisione, la manifestazione “Un albero simbolo di vita e petali di rose su Auschwitz”.
Essere presente e parte di questo evento è stato importante per me, così com’è stato un onore poter affiancare in questa occasione due grandi donne: Giuseppina Bono, presidente della Sezione Fidapa Palermo Mondello, e Antonietta Greco, presidente Associazione Archètipa, di cui ho il piacere di essere la vicepresidente.
Il Giardino dei Giusti era la location perfetta per perpetrare il ricordo delle vittime dell’Olocausto. Piantare un albero e un cespuglio di rose, il modo migliore per imporre la gentilezza alla violenza, la tenacia alla brutalità, la vita all’orrore.
Myriam




