Breve recensione di “Solo per sempre tua” di Louise O’Neill
La scorsa settimana si parlava delle donne nella scienza e della nostra Cristoforetti che ha scelto di dare il proprio aspetto a una Barbie, per ispirare le bambine e incoraggiarle a guardare il cielo.
Questa iniziativa, da un lato molto bella e positiva, ha però anche un rovescio oscuro: abbiamo ancora bisogno di modelli da imitare, e il tenore di questi modelli riesce a influenzare globalmente un’intera società. Siamo ancora un po’ schiave, noi donne, delle Barbie. Siamo, ahimè, in molte circostanze, piegate alla logica del “come-tu-mi-vuoi”. Dipendiamo da un’immagine imperante e talvolta ce ne lasciamo coinvolgere, più o meno inconsciamente, sperando che la Barbie del momento sia l’Astro-Barbie e non la Barbie “Angelo del focolare”.
Il mio ricordo è andato a un libro letto qualche anno fa e che, per colpa di una Barbie, stavo per non leggere. Sì, perché la bambola che campeggia sulla copertina di Solo per sempre tua di Louise O’Neill non ha esercitato una grande attrazione su di me. Non mi piaceva. Mi trasmetteva l’idea di trovarmi di fronte a un testo frivolo, per ragazzine. Tuttavia, siccome sappiamo che un libro non si giudica mai dalla copertina (e mai ci fu caso più appropriato di questo!), alla fine l’ho scelto.
Voi l’avete mai letto?
Io devo confessare che non è neanche il mio genere… fantascienza distopica? Mah! Eppure alla fine della lettura, lo scopo reale di questo genere è diventato subito chiaro: permette agli autori di scandagliare la società e di denunciarne le storture restando protetti dal velo della sospensione fantastica, dalla narrazione di un mondo (non ancora) esistente. Perché, altrimenti, guardare dritto in faccia i nostri difetti potrebbe essere troppo sconvolgente e, invece di spingerci a riflettere, potrebbe solo indurci a fuggire, a negare.
È un mondo terrificante, quello immaginato dalla O’Neill. Un mondo algido, efficiente e perfetto, dove le donne sono progettate in laboratorio. “Eva”, non donne, per la precisione. Che andranno a occupare, in base alle scelte fatte da un consesso maschile di giudici, il ruolo di moglie/madre, amante oppure educatrice delle future Eva. Così le ragazze si preparano al loro futuro aspirando a occupare il ruolo migliore possibile. Devono essere magre, perfette, sexy ma non “disponibili”, conversatrici brillanti ma non troppo intelligenti, etc etc.
Da questo assunto iniziale, la O’Neill mette in scena tutti i fantasmi delle nostre giovani generazioni: l’ossessione per il corpo, l’anoressia come mezzo per raggiungere la perfezione, l’abuso di farmaci per reggere l’ansia, la competizione sfrenata all’interno del gruppo, la necessità di sentirsi popolari, il bullismo e il cyber-bullismo.
Non vi racconterò il finale del libro. Sappiate solo che è crudo e duro, ma non poteva essere diverso nel contesto immaginato dall’autrice: in un mondo distorto e artefatto fino all’estremo, le regole del branco e i dettami della società sono più forti della singolarità, dell’amore e dell’amicizia.
Solo per sempre tua è un libro disturbante, un vero pugno allo stomaco, ma è un testo che va letto. Soprattutto dalle donne, giovani o adulte che siano. Per capire e per capirsi. E per iniziare davvero a “fare squadra” contro la minaccia di una cultura deviata e contro le illusioni di una falsa emancipazione.

Solo per sempre tua
Louise O’Neill
Il Castoro HotSpot
367 pagine