Sei chicchi di melograno

DEMETRA E KORE

Madre
lascia che io conosca
il lato oscuro del mondo
e del mio essere
 
Non può durare in eterno
sotto la protezione del tuo sguardo
il tempo verde dell’innocenza
 
Vacilla l’io
tra le fessure dell’Ade
e i campi accesi di sole
 
Tremo di piacere
al richiamo del mio amante
tenebroso
ma tocco il cielo
con i tuoi abbracci
 
Acqua torbida
si mescola
alla spuma immacolata
di freschi ruscelli
 
Cerco libertà
in questa dualità
smossa e scossa
 
Sarò più forte
dopo ogni inverno
nutrirà i miei giorni
il vigore della primavera
 
Mi vestirò di grano
nel tempo gioioso
del mio ritorno
e ti porgerò
il seme più fecondo

Myriam De Luca


Vi siete mai imbattuti nel mito di Persefone?

Per me che sono siciliana, oltre a essere una grande amante della natura, questa storia ha un fascino speciale.

Persefone (o Kore, “la fanciulla”) era, secondo la mitologia classica, figlia di Demetra, divinità materna della terra e della fertilità. Un giorno, mentre si trovava con le sue compagne a raccogliere fiori sulle rive del lago di Pergusa, a Enna, attirò l’attenzione di Ade, il dio degli Inferi. Questi la rapì e la condusse con sé nel regno sotterraneo dell’Oltretomba per farne la sua sposa.

Demetra, folle di dolore, si rivolse a Zeus, padre degli dei, per riavere indietro la figlia. Il re dell’Olimpo, però, prese tempo per non scontentare il fratello Ade. Demetra, a quel punto, provocò prima una grande siccità su tutta la terra e in seguito un inverno rigido, obbligando Zeus a inviare il dio messaggero Hermes a riprendere Persefone.

Durante la sua permanenza negli Inferi, la fanciulla aveva tuttavia mangiato dei chicchi di melograno offerti da Ade. Una versione del mito racconta che la povera Persefone ignorava che coloro che mangiano i frutti degli Inferi sono costretti a rimanervi per sempre, e che fu quindi Ade a spingerla a farlo. Un’altra versione, più tenera, dice invece che li mangiò pur sapendolo, perché con il tempo si era affezionata a quel bizzarro marito che la trattava come una regina.

Poiché, comunque, Persefone non aveva mangiato un frutto intero, Zeus stabilì che sarebbe rimasta nell’Oltretomba solo per un numero di mesi equivalente ai semi mangiati. La ragazza, quindi, avrebbe trascorso sei mesi con il marito negli Inferi e sei mesi con la madre Demetra sulla terra. Così, quando la terra si risveglia, i colori dei fiori trionfano sui prati e l’aria diventa tiepida e profumata, quello è il momento in cui Persefone ritorna da Demetra.

Il ciclo delle stagioni e il mistero della vita che si rinnova: di questo ci parla il mito di Persefone. Ma anche del profondo legame tra una madre e una figlia, della gioia di ritrovarsi e… perché no? Anche di come l’amore e l’intesa coniugale possa nascere tra due personalità apparentemente distanti e inconciliabili.

Persefone è l’immagine di questo equilibrio. Del legame antico e uterino con la madre. Del legame nuovo e ancora misterioso con lo sposo. Lei è luce e ombra, estate e inverno, vita e morte inscritti in un ciclo non doloroso, ma gioioso, perché assolutamente naturale.

Pubblicato da ilblogdimyriamdeluca

Sono Myriam De Luca, nasco a Palermo dove vivo e opero. Tre parole bastano per presentarmi e rappresentarmi: Donna, Amore, Scrittura. La ricerca della bellezza, attraverso l’arte in ogni sua forma, è parte fondamentale della mia vita. Seguitemi in questo blog per scoprire il mio mondo, miei libri, la mia anima.

5 pensieri riguardo “Sei chicchi di melograno

  1. Myriam il profondo pozzo della tua creatività e della tua voglia di diffondere conoscenza ha prodotto, ancora una volta, meravigliosi versi e una interessante tessera dell’infinito mosaico dello scibile umano.

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