Se provate a fare una ricerca sul web a proposito degli Anni Settanta, uno dei termini più ricorrenti che incontrerete è “esplosione“. Un termine che trasmette immediatamente la forza dirompente di un decennio speciale, e che si muove soprattutto in due direzioni divergenti: da un lato si accompagna alla parola “creatività“, dall’altra alla parola “violenza“. In entrambi i casi, l’impatto di questi anni sulla società e sul costume non è stato indifferente.
La guerra del Kippur causa la crisi energetica che porterà all’aumento del prezzo del petrolio e, se in Europa crollano i regimi fascisti in Spagna e Portogallo, in Cile e in Argentina si impongono con la violenza le dittature di Pinochet e della giunta militare presieduta da Videla. E mentre gli Stati Uniti assistono allo scandalo Watergate e alle dimissioni del presidente Nixon, il Regno Unito festeggia la prima donna a guidare un governo, il Primo Ministro Margaret Thatcher.
In questo scenario contradditorio le idee politiche si radicalizzano lasciando spazio agli estremismi di destra e di sinistra, così le proteste inizialmente pacifiste della fine degli Anni Sessanta si trasformano in militanza violenta che, nel nostro Paese, sfocerà nei sanguinosi Anni di Piombo di fine decennio.
Le spaccature generazionali si fanno più evidenti e profonde. Sesso libero e droghe entrano a far par parte dello stile di vita dei giovani, mentre dall’altra parte la società si fa sempre più consumistica e legata al valore degli oggetti. Nasce il concetto imperante di “immagine” e quella competizione comunicativa e commerciale che esploderà pienamente negli Anni Ottanta.
I Settanta sono gli anni dei grandi brand internazionali e delle agenzie di pubblicità, della corporate communication e del marketing, dei media che ormai sono diventati parte integrande della vita delle famiglie grazie alla televisione (ormai a colori) e alla radio.
Proprio attraverso la liberalizzazione delle reti televisive e soprattutto delle radio, passa ed esplode l’anima creativa di questo decennio. Un’anima dai colori sgargianti, che rifiuta il conformismo e il consumismo imperanti che sembrano insieme attirare e angosciare questa generazione. Così i Settanta diventano il secolo della grande musica: anche se iniziano con lo scioglimento dei Beatles e registrano la morte di Jimi Endrix, Jim Morrison ed Elvis Presley, sono il decennio di The Dark Side of the Moon e di Bohemian Rapsody, della nascita degli AC/DC, dei Sex Pistols, degli U2 e tante altre band che hanno scritto la storia della musica contemporanea.
Colori psichedelici anche nella moda dei “figli dei fiori” e nella Pop Art di Andy Warhol, l’artista che più ha incarnato lo spirito di questo decennio in movimento, segnato anche da una grande innovazione tecnologica: sono gli anni dei videogiochi elettronici che adesso sono un cult (Pacman, Space Invaders), dei primi processori, dei primi Commodore, del walkman e della prima telefonata cellulare effettuata con un Motorola. È anche il decennio della Nuova Hollywood che si risolleva con produzioni che hanno avuto non solo successo sullo schermo o nell’Olimpo dell’Academy, ma anche un importante impatto sociale, influenzando costumi, gusti e opinioni a livello internazionale: Lo squalo, Star Wars, La febbre del sabato sera (che scatenò la mania per la discoteca), Il Padrino, Superman e L’Esorcista, solo per citarne alcuni.
In questo contesto esplosivo, si sono mosse anche tante donne, soprattutto per quanto riguarda la lotta per i diritti civili, ma anche la lotta perché i meriti femminili venissero riconosciuti al pari di quelli maschili. Nei prossimi post vi parlerò allora di Judith Heumann e di Chien-Shiung Wu, e del loro contributo alla Storia al femminile.