Anni Novanta: l’epoca del riconoscimento / 1

Il caso Weinstein e il movimento del #metoo sono questioni ormai ben conosciute da tutti, che hanno creato una vera rivoluzione in materia di violenza sessuale e molestie sul posto di lavoro. Tuttavia tutta questa mobilitazione nei confronti del problema non sarebbe mai stata possibile se trent’anni fa non ci fosse stata Anita Hill.


Nata il 30 luglio 1956 in una fattoria dell’Oklahoma, Anita Hill studia Psicologia alla Oklahoma State University e nel 1980 consegue la laurea all’università di Yale. Nel 1981 inizia a lavorare presso l’Ufficio per i diritti civili del Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti come consulente legale di Clarence Thomas, allora assistente segretario.

Nel 1991 Thomas viene nominato alla Corte Suprema degli Stati Uniti da George W. Bush. Durante l’audizione di conferma della carica, Anita Hill testimonia di fronte alla Commissione di Giustizia e dichiara pubblicamente che Thomas l’ha più volte molestata con descrizioni di fantasie sessuali, della propria anatomia e dei video porno di cui è collezionista, facendole pressioni perché accetti di uscire con lui.

Il comitato senatoriale è composto da soli uomini, tutti bianchi. Le dichiarazioni della Hill vengono ascoltate in un clima di imbarazzante sarcasmo, la donna viene screditata e dichiarata delirante soprattutto dalla fazione repubblicana. Lo stesso Thomas smentisce le accuse, bollando la situazione come un tentativo dei Liberali di impedire la nomina di un giudice afroamericano e conservatore alle Corte Suprema.

Il dibattito si conclude con la conferma della nomina di Clarence Thomas con 52 voti favorevoli e 48 contrari, il margine più ristretto nella storia del Novecento. Ad Anita Hill sono riservati gli attacchi più pesanti da parte di alcuni media e persino un libro (The real Anita Hill) dove l’autore David Brock smonta tutte le sue accuse. Libro che lo stesso autore disconosce nove anni dopo, nel 2002, quando si scusa con la Hill e ammette il suo tentativo di sostenere il partito repubblicano.

L’opinione pubblica, però, comincia a essere divisa di fronte a questo circo mediatico: il pubblico femminile si divide nettamente da quello maschile nel giudicare i fatti e, al contempo, anche i pregiudizi razziale entrano in ballo. Perché, se da un lato un uomo di colore è visto come probabile violentatore, dall’altro una donna di colore è considerata poco credibile.

Lo scandalo è la spinta decisiva perché molte donne decidano di candidarsi, convinte che sia arrivato il momento di avere una maggiore rappresentanza femminile al Congresso. Il 1992 entra nella storia come “L’anno della donna” per aver registrato il più alto numero di donne elette: 6 al Senato (tra cui Carol Moseley-Braun, la prima donna di colore) e 47 alla Camera.

Il contributo più grande di Anita Hill è senza dubbio quello di aver sollevato il problema. Prima della sua deposizione, il concetto di “molestia sessuale sul posto di lavoro” è ancora nuovo sotto il profilo giuridico. La Corte Suprema degli Stati Uniti lo ha inserito solo nel 1986 tra le possibili discriminazioni perseguibili. Dopo il caso Hill, viene approvato un disegno di legge che riconosce alle vittime di molestie il diritto di chiedere il risarcimento dei danni, la restituzione del salario e la reintegrazione, portando a un incremento del 50% delle denunce nell’anno successivo.

“Le donne abusate si sentono libere di parlare degli uomini potenti”: così il Washington Post attribuisce ad Anita Hill il merito di aver portato la società al riconoscimento pubblico di un problema da sempre taciuto.

Dopo il caso Weinstein, la Hill ha dichiarato che è giunto il momento di estendere la credibilità femminile a tutti i contesti lavorativi, non solo a quello cinematografico.

Pubblicato da ilblogdimyriamdeluca

Sono Myriam De Luca, nasco a Palermo dove vivo e opero. Tre parole bastano per presentarmi e rappresentarmi: Donna, Amore, Scrittura. La ricerca della bellezza, attraverso l’arte in ogni sua forma, è parte fondamentale della mia vita. Seguitemi in questo blog per scoprire il mio mondo, miei libri, la mia anima.

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